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Note sui cantanti

Chiara Asti

(■ Alzira / r. Alzira – Venezia, T. San Moisè, Autunno 1816).

Soprano

Ferdinando Auletta

Basso (■ Alzira / r. Montezo - Monza, Nuovo T. dei Sigg. Palchettisti, ottobre 1811). Fu in attività almeno dal 1798, anno in cui è segnalata una sua esibizione al Teatro della Canobbiana di Milano. Svolse parte della sua carriera in Francia, dove ebbe l’occasione di essere il primo interprete del suo ruolo nel Viaggio a Reims di Rossini, di cui fu amico.

Basso

Marianna Bagarotti

(■ Alzira / r. Zamoro – Milano T. Carcano, estate 1816 ■ Alzira / r. Zamoro – Milano T. Re, prima settimana di luglio 1816).

Soprano

Gaspare Bandinello

(■ Alzira / r. Alvarez – Modena, T. Comunale, Carnevale 1817).

Tenore

Domenico Bartoli

■ Alzira / r. Alvarez – Piacenza, T. Comunale, Carnevale 1818 ■ Alzira / r. Alvarez – Bologna, T. Comunale, Primavera 1822). Nel 1814 cantò a Venezia in opere di Rossini e di Coccia; nella stagione 1816-1817 fu impegnato a Bologna, dove tornò nel 1822, impegnato sia nell’Alzira di Manfroce sia nel Mosè di Rossini. Non gli difettava il merito se nella stessa città fu chiamato l’anno successivo per coprire ruoli tenorili in melodrammi di Nicolini e di Sampieri.

 

Tenore

Michele Benedetti

(■ Alzira / r. Montezo – Napoli, T. San Carlo, 29.12. 1819). Nato a Loreto nel 1778 e morto intorno al 1862, cantò a Roma nel 1797, e negli anni dal 1804 al 1807 si esibì a Venezia in lavori di Federici, Pavesi e Farinelli. Negli anni 1808-1809 cantò ad Amsterdam; nel 1811 fu impegnato nella prima edizione in Italia della Vestale di Spontini, e in seguito per circa un trentennio si fece ammirare per la sua voce potente di basso profondo in opere di Rossini, Mayr, Pacini, Bellini, Mercadante, e altri. La sua interpretazione del Mosè fu ricordata da Stendhal nella Vie de Rome.

Basso

Teresa Bertinotti Radicati

(■ Alzira / r. Alzira – Modena, T. Comunale, Carnevale 1817). Nata a Savigliano, in provincia di Cuneo, nel 1776, morì a Bologna nel 1854. Nel 1797 si esibì nel Teatro Sant’Agostino di Genova nell’Alzira di Giuseppe Nicolini, che vi fu data in prima assoluta. Nell’anno successivo nello stesso teatro fu impegnata ne Gli Orazi ed i Curiazi di Cimarosa, e proseguì la sua brillante carriera anche all’estero. Fu alla Scala di Milano nel 1795 e nel 1802. Nell’anno successivo cantò in Russia, e nel 1812 a Vienna e a Lisbona. Si faceva molto apprezzare per la voce “dolce e soave”, che fu anche definita “dolce ed espressiva”. Contribuirono al suo grande successo le doti di «attrice di grandi risorse». Allorquando a Modena il 26 dicembre 1817 s’inaugurò con l’Alzira la stagione di Carnevale, vi sostenne il ruolo della protagonista. Suo marito, il primo violino Felice Radicati, nella medesima circostanza fu incaricato della direzione dell’orchestra. Terminò la carriera nel 1823.

Soprano

Ritratto di autore sconosciuto del soprano Teresa Bertinotti Radicati

Luciano Bianchi

(■ Alzira / r. Montezo – Firenze, T. di Via della Pergola – Autunno 1813 ■ Alzira / r. Montezo – Milano T. Carcano, estate 1816 ). Si cimentò nelle opere dei più celebri autor i del suo tempo, e fu tra gli interpreti della prima del Tancredi e del Sigismondo di Rossini a Venezia. Nel 1816 fu a Milano, e si esibì al Teatro Re, il che fa pensare che sia stato l’interprete di Montezo nell’Alzira (e non piuttosto Asdrubale Weber, come finora si è creduto). La sua carriera ebbe svolgimento negli anni fra il 1812 e il 1830.

 

Basso

Marietta Bollo

■ Alzira / r. Alzira – Piacenza, T. Comunale, Carnevale 1818). Negli anni fra il 1819 e il 1820 si esibì a Siena, a Venezia e a Modena.

Soprano

Teresa Borroni

(■ Ecuba / r. Polissena – Napoli, T. San Carlo, 13.12.1812).

Soprano

Francesca Bosello

(■ Alzira / r. Emira – Modena, T. Comunale, Carnevale 1817).

Soprano

Pio Botticelli

(■ Alzira /r. Montezo - Roma, T. Valle, 10.10.1810). Si distinse soprattutto nei ruoli di “primo buffo” che sosteneva con la sua voce «sonora e rimbombante». Era ancora in attività nel 1836, dal che si desume che quando nel 1810 cantò nell’opera di Manfroce era all’inizio della carriera. Nel 1814 e 1815 fu impegnato a Milano sia al Teatro Re sia alla Scala.

Basso

Berardo Calvari, detto Winter

(■ Alzira / r. Gusmano – Bologna, T. Comunale, Primavera 1822). Ebbe una carriera lunga, e fu mal giudicato da Bellini, che non desiderava averlo come interprete delle sue composizioni. Fu presente nei principali teatri italiani, cantando spesso alla Scala e al San Carlo. Nel 1827 si esibì a Vienna, ma i suoi mezzi vocali cominciavano a declinare. Nel 1831 «L’Eco» di Milano coì scrisse di lui: «Zotico nel declamare, perito nel canto; declamando ti storpia i versi e ti sgrammatica, tratteggiando la voce te la modula a meraviglia.»

Baritenore

Gaetano Chizzola

(■ Ecuba / r. Un duce greco – Napoli, T. San Carlo, 13.12. 1812 ■ Alzira / r. Alvarez– Napoli, T. San Carlo, 29.12. 1819). Fu elemento stabile della compagnia napoletana di Barbaja, rivestendo in genere ruoli di comprimario. Non si conoscono i suoi dati anagrafici, e pare che sia scomparso intorno al 1830.

 

Tenore

Isabella Angela Colbran

 (■ Alzira / r. Alzira – Roma, T. Valle, 10.10.1810) – Figlia di un violinista della Cappella Reale di Madrid, nacque in questa città nel 1785 e morì nel 1845. Mostrò talento precoce, e, venuta in Italia, fu allieva del celebre sopranista Girolamo Crescentini. In una cronaca del «Redattore del Reno» (n. 29-1807), riportata dalla biografia rossiniana di Radiciotti (vol. I, p. 25), così si parla di lei: «il 7 aprile giunse tra noi Donna Isabella Colbran, una celebratissima giovane Signora spagnola, all’attuale servizio di S.M. Cattolica. Possiede essa la celeste arte del canto in così sublime grado, che per lei nella Reggia dei maggiori Monarchi d’Europa i segni dell’animazione più viva e del diletto più puro si resero chiari e manifesti… L’organo della sua voce è veramente un incanto per soavità, per robustezza e per prodigiosa estensione di corde, poiché dal sol basso al mi sopracuto, cioè per quasi tre ottave, si fa sentire con una progressione sempre uguale in morbidezza ed energia…Perfetto è il metodo e lo stile del suo cantare.» Dal 1806 al 1823 calcò festeggiatissima le principali scene europee, destando ovunque ammirazione, anche per la bellezza della persona. Il suo fascino colpì Stendhal. Sposò Rossini nel 1822, ma il Pesarese fu a lei legato fin dal 1819, dopo che la cantante aveva concesso per lungo tempo «le sue tenerezze» a Barbaja.

 

Soprano

Isabella Colbran in un ritratto di autore sconosciuto (Bologna, Museo Civico Bibliografico Musicale)

Agostino Coppi

 (■ Alzira / r. Montezo – Bologna, T. Comunale, Primavera 1822).

Basso

Carolina Costa

 (■ Alzira / r. Emira – Bologna, T. Comunale, Primavera 1822). In attività fin dal 1798, impegnata a Venezia in un’opera di Mayr, svolse una lunga carriera, durata più di quaranta anni, e in prevalenza sostenne ruoli di secondaria importanza. Nel 1814 e nel 1818 si esibì alla Scala. Nel 1822 cantò a Bologna nell’Alzira e nel Mosè in Egitto di Rossini.

Soprano

Gaetano Crivelli

(■ La nascita di Alcide / r. Giove – Napoli, S. Carlo, 15.8.1809). Nato a Brescia nel 1768, cessò di vivere nella stessa città nel 1836. Si esibì nei principali teatri italiani, e cantò anche all’estero (Parigi e Londra). Nel 1805 fu scritturato alla Scala e vi lavorò per alcuni anni; al San Carlo lavorò nel 1803 e nel 1809. La sua voce, «scura e stentorea», sbalordiva per la potenza, cosicché si legge che ancora in età avanzata «lo si poteva udire fuori del teatro» Fu spesso criticato per l’azione, giudicata talora goffa e inespressiva.

Tenore

Il baritenore Gaetano Crivelli in un’incisione ottocentesca

Alberico Curioni

(■ Alzira / r. Gusmano – Milano, T. Carcano, estate 1816 ■ Alzira / r. Gusmano – Milano T. Re, prima settimana luglio 1816). Nato a Milano nel 1785, e morto, centenario, a Torno (lago di Como) nel 1885. Dotato di voce robusta, fu uno dei cantanti più attivi nella prima metà dell’Ottocento. Cantò in tutti i più importanti teatri italiani, e si esibì anche a Londra. Bellini lo apprezzava poco, e, per la sua scarsa attitudine come attore, arrivò a definirlo «il più salame dei tenori viventi». Presso il Teatro Re, come si legge nella «Gazzetta di Milano», l’opera di Manfroce fu eseguita per sei giorni consecutivi, dal 1° al 6 luglio 1816, in abbinamento col ballo Elena e Lerisca del compositore Francesco Venturi. Nel 1816 Stendhal, che si trovava a Milano, e, come è ben noto, era un appassionato del melodramma, può darsi che abbia avuto occasione di assistere all’Alzira, in uno dei due teatri (Carcano e Re) in cui vi fu data. Di certo il nome del giovane palmese non gli era ignoto, perché lo ha menzionato nella sua Vita di Rossini (trad. di Bruno Revel, Passigli, ed. Firenze 1998, p. 22), affermando che a Napoli «Il canto era solo più insegnato in qualche oscura chiesetta: e i due uomini di genio che Napoli ebbe prodotto, i compositori Orgitano e Manfrocci (sic), erano morti all’inizio della loro carriera. Nulla e nessuno si presentava a succeder loro».

Tenore

Girolama Dardanelli

(■ Alzira / r. Alzira – Napoli, T. San Carlo, 29.12. 1819). Si ignorano i suoi dati biografici. La sua carriera fu abbastanza lunga, ed ebbe inizio nel 1805. Cantò in quasi tutti i più importanti teatri italiani e fu anche all’estero. Il filosofo Heghel l’ascoltò a Vienna nel 1824 nella Matilde di Shabran di Rossini, ed espresse questo giudizio: «Quale duetto! Questi artisti hanno voce, accento, e calore propri a loro soli. Ora capisco perché la musica di Rossini è vituperata a Berlino: gli è che essa è fatta per ugole italiane, come i velluti e le sete son fatti per le donnine eleganti, e i pasticcini di Strasburgo per i ghiottoni. Questa musica deve essere cantata come la cantano gli Italiani, ed allora nessun’altra la supera». Secondo le testimonianze dei contemporanei la sua voce eccelleva nei «gorgheggi d’agilità, di una chiarezza, di un gusto impareggiabile e che fanno restar sospesi ed inebriati gli astanti dal piacere.»

Soprano

Giovanni David

(■ Alzira / r. Gusmano – Napoli, T. San Carlo, 29.12. 1819). Nato a Napoli nel 1790, e morto a Pietroburgo nel 1864, iniziò giovanissimo la carriera, e già nel 1814 fu scritturato alla Scala. Si distinse nel repertorio rossiniano, ma intorno al 1830 i suoi organi vocali cominciarono a mostrare segni di declino; dieci anni dopo si ritirò a Napoli, e vi aprì una scuola di canto. Quando nel 1819 si esibì nell’Alzira, data al San Carlo, era nel periodo migliore della sua carriera, che gli permise di farsi apprezzare molto anche all’estero. La sua voce era piuttosto estesa, ma si fece ammirare soprattutto per le doti di agilità.

 

Tenore

Il tenore Giovanni David in un’opera di Pacini (Dipinto di Francesco Hayez, Milano, Pinacoteca di Brera

Giuseppe De Begnis

(■ Alzira / r. Montezo – Brescia, Nuovo Grande T., Fiera 1816). Nato nel 1793, morì a New York nel 1849. Iniziò la carriera nel 1812, e in seguito fu presente in numerosi teatri italiani. Cantò alla Scala nel 1816. Nel 1817, un anno dopo la sua esibizione nell’Alzira, ebbe la ventura di cimentarsi come primo interprete dei ruoli di Geronio ne Il Turco in Italia  e di Dandini nella Cenerentola di Rossini. In seguito cantò i melodrammi dei più celebrati operisti del suo tempo. Fu marito del soprano Giuseppina Ronzi, da cui si separò, proseguendo la carriera all’estero.

 

Basso

Raffaella De Bernardis

(■ Alzira / r. Emira – Napoli, T. San Carlo, 29.12. 1819).

 

Mezzosoprano

Olimpia

(■ Alzira / r. Emira – Roma, T. Valle, 10.10.1810).

Soprano

Filippo Destri

(Alzira / r. Gusmano – Venezia, T. San Moisè, Autunno 1816). Si conoscono sue esibizioni a Milano (1813), a Vercelli (1815), e a Corfù (1832).

 

Tenore

Giuseppe Ferlini

(■Alzira / r. Montezo - Modena, T. Comunale, Carnevale 1817). 

Basso

Raffaele Ferrari

 (■ Ecuba / r. Antiloco – Napoli, T. San Carlo, 13.12.1812).

 

 

Tenore

Francesca Festa maffei

(■ Alzira / r. Alzira – Bologna, T. Comunale, Primavera 1822). Nata a Napoli nel 1778, e ivi morta nel 1839, fu sorella di Giuseppe, il celebre direttore d’orchestra del Teatro San Carlo. Ebbe una brillante carriera, ma la sua bravura non bastò a salvare dal naufragio la sfortunata Alzira, quando fu data a Bologna nel 1822. Cantò in varie occasioni alla Scala nel periodo dal 1805 al 1817.

 

 

Soprano

Antonia Franchini

(■ Alzira/ r. Emira – Brescia, Nuovo Grande T., Fiera 1816).

Soprano

Anna Franconi

 (■ Alzira / r. Emira - Monza, Nuovo T. dei Sigg. Palchettisti, ottobre 1811).

Soprano

Luigia Franconi

 (■ Alzira / r. Zamoro – Piacenza, T. Comunale, Carnevale 1818).

Soprano

Manuel Garcia Rodriguez (detto Manuel del Popolo Vicente)

(■ Ecuba / r. Achille – Napoli, T. San Carlo, 13.12.1812). Cantante e compositore, nato a Siviglia nel 1775 e morto a Parigi nel 1832. Esordì a Cadice nel 1798; nel 1808 abbandonò la Spagna e l’11 febbraio debuttò al Teatro Italiano di Parigi con un lavoro di Paër, imponendosi subito all’attenzione del pubblico. In quella città nacque sua figlia, Maria Felicita Malibran, destinata a diventare una della più celebri cantanti dell’Ottocento. Lasciata la Francia, in cui in un’opera cantò da solo un duetto (tenore e soprano), venne in Italia e calcò le scene di vari teatri (Torino, Roma e altri). Giunse poi con la moglie e la figlioletta di quattro anni (la futura Maria Felicita Malibran) a Napoli, e l’Ecuba fu la seconda opera a cui partecipò al San Carlo. Aveva voce baritonaleggiante, e gli si riconosceva vigore nel fraseggio. In seguito eccelse nel repertorio rossiniano. Compose più di trenta melodrammi, tutti caduti in obblio; svolse anche attività di insegnante di canto.

Baritenore

Il tenore Manuel Garcia nell’Otello di Rossini (Incisione ottocerntesca)

Michele Guerra

(■ Alzira / r. Zamoro– Modena, T. Comunale, Carnevale 1817). Nello stesso anno 1817 fu impegnato in un’opera di Nasolini. Di questo cantante si hanno pochissime notizie; una sua presenza è segnalata al Teatro Carolino di Palermo ne Il trionfo della religione di Federici.

 

Sopranista

Laura Leani

 (■ Alzira / r. Emira – Venezia, T. San Moisè, Autunno 1816).

Soprano

Adelaide Melanotte Montresor

 

(■Alzira/r. Zamoro – Roma, T. Valle, 10.10.1810 ■Alzira / r. Zamoro - Monza, Nuovo T. dei Sigg. Palchettisti, ottobre 1811). Nata a Verona nel 1785, morì a Brescia nel 1832. Con la sua splendida voce furoreggio su tutte le principali scene italiane; il suo canto affascinante e la sua avvenenza nel periodo più fulgido della carriera la resero una delle cantanti più richieste. A Roma nel medesimo Teatro Valle si esibì il 28 novembre 1810 nella cantata Armida, musicata da Manfroce, e consistente in una «cavatina, scena ed aria con cori, su poesia di Giacomo Ferretti». È soprattutto famosa per essere stata la prima a cimentarsi nel ruolo di Tancredi nell’omonima opera di Rossini. Sembra che i personaggi con abbigliamento maschile le fossero molto congeniali, e si ricorda una sua presenza a Genova nel 1813 ne I Cheruschi di Stefano Pavesi, in cui ancora una volta si fece ammirare dal pubblico. Un cronista di quello spettacolo ha riferito quanto segue: «sotto l’abito virile di un guerriero cherusco, cela invano le grazie della sua persona. Alle doti della natura essa riunisce i più bei pregi dell’arte, di cui conosce perfettamente i più astrusi misteri; il suo canto è dolce, penetrante e d’un metodo eccellente; la sua pronunzia netta, il suo portamento dignitoso, e conveniente all’azione che rappresenta. Essa è in somma un’abilissima cantante ed un’attrice perfetta.» Nella parte biografica si può leggere una sua lettera, custodita presso l’Accademia Filarmonica di Bologna, in cui parlò del felice esito dell’Alzira nella cittadina di Monza, dove fra il pubblico vi erano anche numerosi spettatori, venuti da Milano. Su INTERNET CULTURALE – Cataloghi e collezioni digitali delle biblioteche italiane esiste un suo ritratto, che in calce include queste parole: «Vivacissima, piena d’anima, e dotata dalla natura di bellezza, di grazie e di estesa voce, questa rinomata virtuosa fu sempre e dovunque ammirata e applaudita.»

Contralto

Un ritratto di Adelaide Malanotte (Ripr. da Internet)

Maria Marchesini Maillard

(■ Alzira/ r. Alzira - Monza, Nuovo T. dei Sigg. Palchettisti, ottobre 1811 ■Ecuba / r. Ecuba – Napoli, T. San Carlo, 13.12.1812) ■Alzira/ r. Zamoro – Milano T. Carcano, estate 1816 ■Alzira/ r. Zamoro – Milano T. Re, prima settimana luglio 1816 ■Alzira/ r. Zamoro – Brescia, Nuovo Grande T., Fiera 1816 ■Alzira / r. Zamoro – Venezia, T. San Moisè, Autunno 1816 ■ Alzira / r. Zamoro – Piacenza, T. Comunale, Carnevale 1818).Dalla sua data di morte, che fu il 14 novembre 1856, «all’età di 82 anni», si può risalire al 1774, il suo anno di nascita ad Almenno San Bartolomeo, in provincia di Bergamo. A soli ventiquattro anni esordì alla Scala con il Pirro di Zingarelli. La sua carriera si svolse i prevalenza nei teatri dell’Alta Italia; nel 1806 cantò a Madrid in opere di Paër e Paisiello. Stendhal, che ebbe occasione di ascoltarla alla Scala nel 1814, impegnata nel Don Giovanni di Mozart, espresse su di lei il seguente giudizio: «La signora Marchesini, che, al pari dell’ultima volta, canta falso in due o tre passi, è riuscita a darsi una voce più robusta, e nel famoso terzetto che cantano in maschera prima d’entrar al ballo si sostiene a meraviglia.» Fu tuttavia apprezzata per la voce fresca e nitida, per un’«intonazione perfettissima», per il «sillabare espressivo», e per l’azione animata Alcune delle notizie qui riportate possono leggersi nel volume Cantanti bergamaschi dell’Ottocento di Luigi Pilon (Edizioni Villadiseriane – Villa di Serio –BG – 2004, pp. 27-33). Vi è incluso anche il ritratto di Maria Marchesini, l’unico conosciuto.

Soprano e contralto

Maria Marchesini nel ruolo di Zamoro, nel Teatro San Moisè (Alzira,Venezia 1816 – Ripr. dal vol. di L. Pilon)

Gaetano Marconi

(■ Alzira/ r. Alvarez - Monza, Nuovo T. dei Sigg. Palchettisti, ottobre 1811).

Tenore

Luigi Mari

(■ Alzira / r. Gusmano  - Firenze, T. di Via della Pergola – autunno 1813). Di origine mantovana, cantò in parecchi teatri italiani, e talora lavorò anche all’estero. In molte stagioni si esibì alla Scala, ma pare che, valido per la parte vocale, difettasse abbastanza come attore, e ciò si deduce dal fatto che il tenore David in una lettera al duca Sforza Cesarini in data 28 febbraio 1813 lo ha definito «un vero salame». La sua voce era simile a quella dei vari Nozzari, Garcia, e Donzelli, che fu il primo interprete del ruolo di Pollione nella Norma di Bellini.

Tenore

Lelio Masetti

(■ Alzira/ r. Alvarez – Venezia, T. San Moisè – Autunno 1816).

Tenore

Carolina Massei

(■ La nascita di Alcide / r. Giunone– Napoli, S. Carlo, 15.8.1809). Nacque a Cremona nel 1781 e morì nella stessa città nel 1862. Negli anni dal 1808 al 1810 fu scritturata al San Carlo di Napoli,  dove ebbe come compagni di lavoro Gaetano Crivelli, Marianna Sessi, ed Elisabetta Pinotti. La Massei, “soprano drammatico”, fu la prima interprete della Scena e Aria “No, che non può difenderlo”, nella cantata La Nascita d’Alcide. Questo fu uno dei primi pezzi stampati a Milano dalla Casa Musicale Ricordi. Nel 1811 si esibì a Torino, destando favorevole impressione. Nella circostanza fu pubblicato un componimento poetico, in cui si lodava la bella Carolina, “riche de grace et de fraicheur”, e la sua voce “juste et sonore”.

Soprano

Un breve componimento poetico dedicato a Carolina Massei (Dal vol. L’arcano incanto - Il Teatro Regio di Torino 1740-1990, ed. 1991)

Gaetana Montignani

 (■ Alzira / r. Emira – Piacenza, T. Comunale, Carnevale 1818).-

Soprano

Teresa Moris

(■ Alzira/ r. Emira - Firenze, T. di Via della Pergola – autunno 1813).

Soprano

Vincenzo Mattamori

(■ Alzira / r. Alvarez  - Firenze, T. di Via della Pergola – autunno 1813).

Tenore

Andrea Nozzari

(■ Ecuba / r. Priamo – Napoli, T. San Carlo, 13.12.1812). Nato a Vertova (Bergamo) nel 1775 e morto a Napoli nel 1832, iniziò gli studi sotto la guida dell’abate Pietrobelli e li perfezionò a Pavia col maestro Giuseppe Aprile. Nel 1796 cominciò a calcare le scene, esibendosi a Roma, e qualche anno dopo alla Scala. Passato a Parigi, nel 1803 vi ottenne successi trionfali. Nel 1807 tornò a cantare in Italia, e, scritturato da Barbaja, lavorò a Napoli negli anni dal 1811 al 1813, e vi fissò la sua residenza. Dotato di bella presenza, ebbe voce risonante di tenore baritonale, e di questo particolare bisogna tener conto, non assegnando a tenori lirici la parte di Priamo, che Manfroce con saggezza ha concepito per Nozzari, che aveva voce estesa e ben timbrata, meravigliosa per potenza e per estensione, e pertanto adattissima al ruolo del vecchio re di Troia. 

Baritenore

Felice Pellegrini

(■ La nascita di Alcide /r. Chirone – Napoli, S. Carlo, 15.8.1809). Nacque a Torino nel 1774 e morì nel 1832. Lavorò per lungo periodo al San Carlo, e nel corso della sua carriera fu presente in parecchi teatri italiani; nel 1825 fu molto apprezzato a Parigi come interprete di varie opere di Rossini. Rientrato in Italia, incontrò difficoltà nel trovare scritture, cosicché preferì recarsi in Inghilterra, dove cantò nel 1830 e 1831. Tornò di nuovo a Parigi, e ottenne di poter insegnare canto nel Conservatorio di quella città.

 

 

Basso

Elisabetta Pinotti

(■ Ecuba / r. Teona –Napoli, T. San Carlo, 13.12.1812). Si distinse in lavori di vari musicisti, esibendosi talora in ruoli “en travesti”. Le cronache del tempo raccontano di applausi riscossi dalla «graziosa Pinotti» in numerosi teatri, ma anche di qualche spettacolo, a cui partecipò, che fece fiasco.

Contralto

Rosmunda Benedetta Pisaroni

Soprano e contralto (■ Alzira / r. Alzira- Firenze, T. di Via della Pergola – autunno 1813 ■ Alzira / r. Zamoro – Napoli, T. San Carlo, 29.12. 1819). Nacque a Piacenza nel 1793 e morì nella stessa città nel 1872. Debuttò come soprano a Bergamo ne La rosa bianca e la rosa rossa di Mayr, e si esibì in numerose città. Per le conseguenze di una malattia (pare dopo un suggerimento di Rossini) “ridebuttò” come contralto. Nel 1818 fu impegnata al San Carlo in opere di Rossini, Mayr, Paër, e nell’Alzira. Come la Marchesini, ebbe occasione di eseguire i due personaggi principali (Alzira e Zamoro) Cantò anche all’estero, riscuotendo dovunque entusiastici applausi. Se molti erano pronti a lodare le sue ottime doti vocali, qualche critico non tralasciava di rilevare nella sua voce un timbro un po’ nasale. Comunque fu considerata come «l’erede delle “tragiche” Colbran e Malanotti, che superò per «vigore e ampiezza del fraseggio.» Era piuttosto brutta, e ciò le creava un complesso d’inferiorità, che le precluse una carriera ancora più brillante di quella che riuscì a svolgere. Si ritirò dalle scene all’età di trentanove anni. Su INTERNET CULTURALE – Cataloghi e collezioni digitali delle biblioteche italiane esiste un suo ritratto, che in calce include queste parole: «Una voce che va sempre al cuore, un accento sempre animato ed appassionato sono questi i mezzi con cui incanta e rapisce gli animi questa egregia cantante, la cui fama va sempre crescendo.»

Soprano e contralto

Geltrude Giordi Righetti

Contralto (■ Alzira / Alzira (?) – Siena, T. Avvalorati, luglio 1817) Nacque a Bologna nel 1793 e vi morì nel 1862. La sua fama è legata all’aver sostenuto i ruoli di protagonista femminile nel Barbiere di Siviglia e nella Cenerentola di Rossini, allorquando queste famosissime opere furono eseguite per la prima volta. La sua carriera fu abbastanza breve, essendosi ritirata dall’attività nel 1822, forse per una malattia. Nel 1817 interpretò a Siena l’Alzira, ma lo spettacolo, per ragioni finora sconosciute, «incontrò poco» il favore del pubblico. È probabile che la parte di Zamoro per tale rappresentazione sia stata affidata al mezzosoprano Costanza Petralia. Si legge che la Righetti-Giorgi ebbe voce «dal timbro nitido e squillante»

Contralto

Domenico Ronconi

 (■ Alzira / r. Gusmano - Monza, Nuovo T. dei Sigg. Palchettisti, ottobre 1811). Nato a Lendinara (Rovigo) nel 1777, morì a Milano nel 1830. Iniziò nei primi anni dell’Ottocento una carriera che si protrasse per oltre venti anni. Dal 1801 al 1805 fu impegnato al Teatro Italiano di Pietroburgo; nel 1809 cantò a Vienna, e nell’anno successivo si esibì a Parigi. Nel 1811 a Monza vestì i panni di Gusmano nell’Alzira di Manfroce (da una lettera della Malanotte riportata nella Biografia (v.) si ha notizia che fu applaudito). Nel 1817 sostenne a Bologna il ruolo di protagonista ne La Clemenza di Tito di Mozart, e Stendhal, trovandosi fra gli spettatori, lo giudicò in declino, ma definì delizioso il suo stile patetico e appassionato. Cantò inoltre in Germania. Negli ultimi anni di vita aprì una scuola di canto a Milano.

Tenore

Serafina Rubbini (Rubini)

Mezzosoprano (■ Alzira / r. Zamoro – Bologna, T. Comunale, Primavera 1822. Debuttò giovanissima con Carlotta Vigo e Giuditta Pasta nel 1816 ai Filodrammatici di Milano in un’opera di Scappa. Nel 1828 fu a Genova allorquando si inaugurò il nuovo Teatro Carlo Felice con la Bianca e Fernando di Bellini, e in tale circostanza si cimentò in altri spettacoli in cartellone, ma non nella Bianca anzidetta. Cantò nell’Alina, regina di Golconda di Donizetti, opera accolta con favore dal pubblico, come documentano queste righe riguardanti tale spettacolo: «Nella felice esecuzione del melodramma sono da commendarsi la sig.ra Rubini, prima donna di acquisto, la sig.ra De Vincenti, il tenore sig.r Verger, e il buffo Frezzolini, sempre universalmente e giustamente applauditi».

 

Tenore

Domenico Saini

(■ Alzira / r. Gusmano – Brescia, Nuovo Grande T., Fiera 1816 ■ Alzira / r. Gusmano – Piacenza – T. Comunale – Carnevale 1818). Vissuto fra il 1765 e il 1835 (mancano dati certi), fu attivo nei primi due decenni dell’Ottocento. Cantò al San Carlo di Napoli negli anni dal 1802 al 1804.

Tenore

Luigi Santi

 ■ Alzira / r. Alvarez – Brescia – Nuovo T. Grande – Fiera 1816).

Tenore

Marianna Sessi

(■ La nascita di Alcide / r. Mercurio – Napoli, S. Carlo, 15.8.1809). Nata a Roma nel 1776, morì a Vienna nel 1847. Svolse una lunga e fortunata carriera, iniziata quando era ancora giovanissima a Venezia con un’opera di Paisiello, e, ultimata nel 1836, dopo aver cantato nei più famosi teatri italiani ed esteri (Londra Berlino, Copenhagen, Lisbona, Madrid, Parigi e Vienna). Manfroce ebbe occasione di vederla in teatro nel 1809, allorquando fu eseguita La nascita d’Alcide. Curioso è quanto accadde a Venezia nel 1812, nel corso dell’esecuzione della Gerusalemme di Zingarelli: pare che fra la Sessi e la Colbran non corresse buon sangue, e che ci sia stata una maliziosa gara per superarsi fra loro, cosicché un cronista raccontò: «La Donna è la Colbran e il soprano è Marianna Sessi. Queste due attrici si fanno una gran guerra fra loro. La Colbran con la sua bellezza fa figura, la Sessi con la sua abilità la vince.»

Contralto

Giuseppe Spech

(■ Alzira /r. Gusmano (?) – Siena, T. Avvalorati, luglio 1817). Ebbe una carriera ricca d’impegni, benché non sia considerato fra i più validi cantanti del suo tempo. Gli mancò quella fama che invece acquistò in seguito sua figlia, Adelina Spech, tanto ammirata negli anni fra il 1830 e il 1840.

Contralto

Nicola Tacchinardi

 (■ Alzira / r. Gusmano – Roma, T. Valle, 10.10.1810). Nato a Livorno nel 1772 e morto a Firenze nel 1859, esordì nella città natale nel 1803, facendosi notare per le eccellenti doti canore, che in breve tempo gli procacciarono una scrittura alla Scala. Nel periodo dal 1811 al 1814 cantò a Parigi. Come Nozzari, Crivelli e Garcia, aveva voce robusta, baritonaleggiante e di straordinaria potenza, che si distingueva per la bellezza dell’impasto. Era piuttosto piccolo di statura, un po’ gobbo, e nel volto mostrava una fisionomia molto nobile ed espressiva. Si ritirò dalle scene nel 1831, e si dedicò all’insegnamento del canto. Fra i suoi allievi furono Raffaele Mirate, Erminia Frezzolini e Fanny Tacchinardi Persiani, sua figlia, che fu validissima interprete del repertorio di Bellini e di altri celebri operisti coevi.

Tenore

Angelo Testori

(■ Alzira / r. Zamoro – Brescia, Nuovo Grande T., Fiera 1816). Nato a Milano intorno al 1755, fu in attività fin dal 1784, impegnato alla Scala; nella stessa città si esibì al Carcano quando fu inaugurato. Nelle cronache del tempo gli si attribuisce «voce dolcissima e sentimentale», nonché «un metodo attinto alla scuola de’ migliori virtuosi». Gli si riconoscevano anche doti di «valentissimo attore». Su INTERNET CULTURALE – Cataloghi e collezioni digitali delle biblioteche italiane esiste un suo ritratto, che in calce include queste parole: «Nei principali teatri d’Italia raccolse allori quale cantante valorosissimo il Sig.r Testori, e pochi al par di lui seppero vincere la difficoltà che offre la musica vocale trattata con tutti gli artefizj, di cui essa è suscettibile.»

Sopranista

Pietro Trodan

(■ Alzira / r. Gusmano – Modena, T. Comunale, Carnevale 1817). Si ignorano i suoi dati anagrafici. Fra le sue esibizioni si ricorda la Ginevra regina di Scozia di Mayr, eseguita nel 1808 al Comunale di Bologna, avendo come compagna di lavoro la Malanotte. Fu il primo Argirio nei Tancredi di Rossini nel 1813 alla Fenice di Venezia, e fu presente in molti teatri italiani. Intorno a una sua esibizione ne La donna del lago di Rossini, all’Argentina di Roma nel 1823, lo storiografo Rolandi ha scritto quanto segue: «Nel primo atto furono tolte le cavatina e la seguente cabaletta di Rodrigo poiché il Trodan non riusciva a modulare tra il “la bemolle” basso e il “do acuto”». Terminò la carriera, facendo il cantore in cappelle ecclesiastiche.

 

Baritenore

Felice Vergè

(■ Alzira / r. Zamoro – Firenze, T. di Via della Pergola – Autunno 1813).

 

 

Contralto

Giovenale Vignola

Basso (■ Alzira / r. Zamoro – Brescia, Nuovo Grande T., Fiera 1816).

 

Basso

Asdrubale Weber

(■ Alzira / r. Montezo – Milano, T. Re, prima settimana di luglio 1816 ■ Alzira / r. Montezo – Piacenza, T. Comunale, Carnevale 1818). È uno di quei cantanti mediocri di cui è piuttosto difficile trovare notizie. Si legge che nel 1832 si esibì a Londra nella Semiramide e ne La donna del lago di Rossini.

Basso

Vincenzo Zappucci

(■ Alzira /r. Alvarez – Roma, T. Valle, 10.10.1810).

Tenore

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          NOTE SUGLI INTERPRETI DELLE OPERE DI  MANFROCE

 

                                                                               (a cura di Carmelo Neri)

 

 

            Fin  dall’inizio  della sua carriera  Nicola Antonio Manfroce ebbe la ventura di

disporre di ottime compagnie  di  canto:  così  avvenne  a  Napoli nel 1809,  quando

musicò  la cantata  Il  Natale  d’Alcide ;  così a  Roma  nell’anno successivo,  quando  

si  feceapplaudire con l’Alzira ; e così ancora a Napoli nel 1812, quando  presentò  al  

severo  giudizio  del  pubblico  la sua Ecuba.  Per  far  meglio conoscere i cantanti che

per  circa  quindici  anni  interpretarono i  suoi  melodrammi, e soprattutto l’Alzira,  che

fu l’unica acircolare   in   varie  città  d’Italia,   si  è  pensato  di  ricordarli  nelle righe  che  

seguono,   collocandoli   in   ordine   alfabetico.   Di  ciascuno  si  è  preferito   annotare   lo  

spettacolo  a cui  ha  preso parte, il ruolo (r.) sostenuto, cenni  biografici (quando conosciuti),

qualche ragguagliointorno  alla  carriera, curiosità varie,  e, desunte dalle cronache coeve, alcune

informazioni sulle caratteristiche vocali e di attore.

           Eccone il contenuto:

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