Nicola
Antonio
Manfroce
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Cinquefrondi : tra leggende, storia e musica
di Michele Domenico Manferoce
« Dice Proclo, che dopo Altano (Città oggi distrutta, chiamata volgarmente Casegnano) e
Morgeto, i locresi edificarono un castelletto, il quale oggi noi chiamiamo Cinquefrondi »(1)
Cinquefrondi sembra che sia sorto durante la splendida epoca della Magna Grecia, grazie
ai coloni locresi che alcuni secoli prima della venuta di Cristo, si avventurarono sul
versante tirrenico di questa parte meridionale della Calabria, in cerca di nuove terre da
coltivare e abitare. Questo narra la leggenda. Lungo questi loro spostamenti a differenza
delle zone rivierasche, non costruirono città, ma abitati ridotti che servivano a protezione
delle loro coltivazioni e dei loro pascoli. Nella zona più specifica di Cinquefrondi, narra
sempre la leggenda, che siano stati costruiti due templi: uno in onore delle Muse e l’altro
dedicato alla dea Proserpina. Di questi due templi non si hanno notizie certe e non si ha
nemmeno certezza che siano stati costruiti nello stesso periodo. Narra sempre la leggenda e
alcuni autori dei secoli scorsi hanno scritto, che il tempio dedicato alle Muse sia sorto su un
piccolo declivio nei pressi della fiumara ancora oggi denominato “Musucampu” che vuol dire
appunto campo delle Muse o zona delle Muse, e l’altro, quello dedicato alla Dea Proserpina, nello
stesso luogo dove oggi sorge la Chiesa del Santissimo Rosario e dove,sempre stando alla leggenda, sorse
in seguito un piccolo nucleo abitato. Sempre nei pressi della fiumara esistono ancora i ruderi di un convento
costruito intorno al quarto o quinto secolo d.C. e retto dai monaci brasiliani dediti a San Filippo di Agira o d'Argirò.
Ruderi di un altro piccolo convento si trovano in una zona situata in un luogo opposto alla prima e sono quelli del
convento di un Sant’Elia che sarebbe vissuto in quei luoghi. Sempre secondo la leggenda, il nome Cinquefrondi,
sembra derivi dai cinque villaggi che in epoca, forse medievale, si unirono per difendersi meglio dalle incursioni dei
popoli vicini in cerca di nuove conquiste. I nomi di questi villaggi che portano ognuno il nome di un santo sono: San Demetrio, San Pantaleone, San Lorenzo, Santa Maria, e Sant’Elia. Collegata a questa leggenda che si racconta vi è quella del castello (esiste ancora oggi la zona chiamata castello) ma di questo, sorto forse in epoca medievale, oltre alle testimonianze degli anziani del luogo, erano rimasti fino a circa cinquant’anni fa,e si potevano anche vedere, i resti delle forti mura della torre.
Le storie e le leggende, per quanto belle e affascinanti, hanno lasciato il passo alla realtà; una delle tante realtà di Cinquefrondi, oltre a un fiorente artigianato, durato fino alla fine degli anni ’60 del secolo sorso, e ad un fiorire di uomini famosi che diedero lustro al paese, è stata quella nel campo musicale dove molte persone, nel corso degli ultimi secoli ebbero grande risonanza non solo nel proprio paese ma, grazie alle loro capacità, alcuni sono riusciti ad oltrepassare i limitati confini della rilevanza paesana e nazionale, dando a questo paese una tradizione musicale consistente.
Cinquefrondi fu il paese di origine di diversi musici, cantori e compositori. Tra questi si ricordano: Domenico Manfroce(1670); Pasquale Manfroce; Domenico Tigani- sacerdote -; Domenico Manfroce maestro di cappella nella vicina Palmi e padre del più noto Nicola Antonio Manfroce ; Don Carlo Macedonio junior; Don Michelangelo Guerrisi; Don Rosario Albanese, Don Filippo Zerbi, don Pietro Gallucci; don Michelangelo De Guisa e non ultimo Don Fortunato Manfroce (nt 1736/38); Don Michele Carrera; Luigi Ferrari (1829-1904) ricordato come compositore di musica sacra e fondatore dei Filarmonici Cinquefrondesi dei quali fece parte, in qualità di secondo violino, anche Angiolo Manfroce; Don Giuseppe Creazzo e Carlo Creazzo (1873 -1958) musicista e compositore.(2) Raffaele Panetta nel 1883, a Cinquefrondi, fonda uno dei primi Complessi Bandistici calabresi. L’anima che struttura questo Gruppo bandistico era costituita in grandissima parte da artigiani. Nel 1897, dopo la morte di Panetta, il Maestro Carlo Creazzo imprime alla Banda di Cinquefrondi una notevole spinta di crescita, tanto da farla annoverare tra le poche Bande calabresi in grado di offrire un repertorio di brani da opere liriche e sinfoniche, spingendola, così, oltre i confini della provincia di Reggio Calabria. Successivamente la banda venne affidata a Leonardo Raso, artigiano intelligente ed illuminato, di grande sensibilità musicale il quale continua per svariati anni a perpetuare la tradizione musicale. Dopo di Lui la direzione della banda fu affidata a Giuseppe Raso, a Giuseppe (Francesco) Zangari e a Michele Raso. Ancora oggi nel paese di Cinquefrondi esistono due Complessi Bandistici, il che sta a denotare l’interesse di questo centro nei confronti della musica.
Note:
(1) (Grirolamo Marafioti, Croniche, et antichità di Calabria pag.114, Padova, ad instanza de gl’uniti, 1601);
(2) (NICOLA ANTONIO MANFROCE E LA MUSICA A NAPOLI TRA SETTE E OTTOCENTO – atti del Convegno di studi.- All’origine dei Manfroce.Lambiente musicale di Cinquefrondi e di Palmi - Giovanni Russo - pag. 187-200
- Sono stati consultati inoltre: CINQUEFRONDI- di Michele Guerrisi fu Luigi – Ed. Roma 1941- Scuola Salesiana del libro;
CINQUEFRONDI Storie e Memorie - di Francesco Gerace. Ed. BIEFFE Polistena 1996; - Stampato a cura dell’Amministrazione Comunale di
Cinquefrondi
CINQUEFRONDI un paese tra storia e fotografia – Ed BIEFFE Polistena 1985; - Stampato a cura dell’Amministrazione Comunale di Cinquefrondi