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Giudizi Critici

 

           UNA PRIMA DISCOGRAFICA ASSOLUTA

                                                 (Laura Padellaro)

 

     Il microsolco che appare oggi nelle edizioni curate da Salvatore Idà, un  valoroso

"uomo di musica"  calabrese,  segna  una  tappa  non  trascurabile nella storia del

disco. E', infatti, una prima incisione discografica mondiale delle musiche di Nicola  

Antonio Manfroce:  un  geniale  compositore  ricordato fino ad oggi solamente  dai

musicologi   più  avvertiti,  ossia  da  quegli  studiosi  che  come  pazienti  astronomi  

si attardano  ad osservare,  nel firmamento  musicale,  le più remote stelle.  

     L'antologia  di  brani  compresi  nella  nuova pubblicazione  basta a darci la misura

dell'ingegno artistico di Manfroce:  e sorprende, anzi, che quest'alta figura di musicista

si sia allontanata lungo il sentiero di un oblio quasi assoluto. Ma come si è giunti al disco?  

Ecco, in breve, la storia di questa rara registrazione. Un giovane musicista, Davide Summaria,    

ha  avuto  la  ventura  di imbattersi qualche anno fa (nel  corso  delle sue ricerche sugli autori di  

Scuola Napoletana,  nati in terra di Calabria) nei manoscritti del Manfroce. La città natale del compositore,  

Palmi,  vanta  una  rigogliosa  associazione  musicale intitolata  al suo illustre figlio. Summaria  si rivolge al

presidente,  professor  Domenico   Ferraro,  gli sottopone l'idea  di  un  rèpéchage  dell'opera  del  Manfroce.

Gli mostrerà la sua revisione dell’Ecuba una partitura che, peraltro, si illustra da sola. Il professar Ferraro  appoggia la proposta e organizza in collaborazione con il Comune di Palmi, un concerto  a seguito  di  una manifestazione   su cui convergerà l'interesse di esperti musicali e di semplici appassionati. Poiché  le  difficoltà   di  ordine  economico che si frappongono alla partecipazione del coro e dell'orchestra (entrambi massicci nelle opere del Manfroce) sono insormontabili, gli organizzatori si affidano per il concerto a un'illustre  pianista: Marcella   Crudeli.  Le voci sono quelle del soprano  Rossana  Pacchielle   e del tenore Ennio Buoso Il musicologo  Giovanni   Carlo  Ballola,   una figura  di  primo  piano  in campo  internazionale,  offre un prezioso  contributo alla manifestazione,  attraverso  un acuto profilo critico del compositore. Così, il 18 febbraio  1978, dopo oltre un secolo e mezzo dalla sua prematura scomparsa, Nicola  Antonio   Manfroce  rinasce a vita non effimera.   Il  concerto   di   Palmi  entusiasma  il pubblico:   gli  applausi   calorosissimi testimoniano  la validità di una musica  che già al suo primo  apparire,  nell'Ottocento, aveva ottenuto straordinari consensi.

     Il successo della serata è pieno, perfino insospettato: oltre a un gruppo di pagine vocali dall'Ecuba   e dal/'Alzira, interpretate dalla Pacchielle   e da Ennio  Buoso.   la pianista Marcella   Crudeli   fa  rivivere,  con  arte  sopraffina,  la  "sinfonia"  della  stessa Ecuba (trascritta per pianoforte dall'autore)  e altre due  pagine: il Tema con variazioni su un tema di Carafa, nella libera elaborazione del Summaria, e il Tema con variazioni su un tema  di  Paisiello.  La  stampa,  non  soltanto  locale,  parlerà  di Manfroce  nei  giorni successivi alla manifestazione, come di un musicista degno di vivere oggi e nei giorni a venire. 

A distanza di qualche settimana dall'avvenimento, l'ascolto della registrazione effettuata "dal  vivo",  dimostra  che  anche  in  un  più  riposato  giudizio,  l'omaggio  di  Palmi  al compositore  riscoperto, non perde il suo interesse.  Si decide, perciò, di utilizzare tale registrazione, di farne un disco senza aggiungere o cancellare nulla: lasciando ad essa il valore  autentico,  quello,  cioè,  di  costituire  la viva  testimonianza  di un  avvenimento memorabile.

     La speranza di tutti, interpreti ed editore, è che al più presto la musica di Nicola AntonioManfroce sia restituita alla coscienza artistica internazionale nella sua vera veste: cioè a dire in quella teatrale.

Ma, in attesa che "si faccia giorno", questo microsolco antologico, realizzato con amore profondo dai primi interpreti di Manfroce nel nostro secolo, vuoi essere un hors-d'oeuvre che ci aiuti a capire i valori delle partiture recuperate. Questo revival  non è infatti, come spessissimo avviene, un reperto storico interessante soltanto per gli "addetti ai lavori", è un documento vivo che ci consente di conoscere una magnifica pagina di musica finora ignorata.

 

 

dal libretto di accompagnamento al CD della Banca Popolare Cooperativa di Palmi

Prodotto da salvatore Idà per la  Said Records  Prod

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